Dazi, clima, consumi in calo, nuove tendenze e innovazioni nel bicchiere: perch茅 in futuro berremo meno ma meglio
di Lara Loreti
I dazi americani al 20% (il mercato Usa 猫 il primo per l鈥橧talia e nel 2024 ha sfiorato i 2 miliardi). Guerre e crisi economica, con conseguente capacit脿 di spesa ridotta per il 48% delle famiglie italiane. Poi, le spinte salutistiche, che hanno visto l鈥檃lcol sotto accusa per le sue connessioni con il cancro sia in Europa sia negli Usa. Il riscaldamento climatico, che spinge a consumare cibi e bevande meno caloriche. E la voglia e l鈥檃ttenzione pi霉 alte, in generale, verso il benessere in una societ脿 in cui lo stress ha raggiunto massimi livelli. Senza dimenticare l鈥檌nasprimento delle pene per chi guida in stato di ebbrezza.
Mai come in questo momento storico il vino vive una fase critica, sia dal punto di vista della produzione sia dei consumi. Attualmente nelle cantine italiane c鈥櫭 un鈥檌ntera vendemmia di prodotto invenduto, pari a circa 41 milioni di ettolitri. Una parabola che vede un calo costante anche nel bere: negli ultimi 30 anni, come mostrano i dati dell鈥橭sservatorio Uiv, il consumo di vino 猫 sceso del 21%. Ma di recente la situazione si 猫 ulteriormente complicata.
L鈥檃tteso annuncio del presidente americano Donald Trump di applicare ai prodotti europei dazi al 20% ha profondamente colpito il mondo del vino. Un colpo duro. L鈥橴nione italiana vino (Uiv) stima danni per 323 milioni di euro all鈥檃nno, con 364 milioni di bottiglie in 鈥渮ona rossa鈥. Il rischio 猫 鈥渓鈥檜scita dal mercato per buona parte delle nostre produzioni. 脠 necessario fare un patto tra le nostre imprese e gli alleati commerciali d鈥檕ltreoceano che pi霉 di noi traggono profitto dai vini importati 鈥 dice il presidente Uiv, Lamberto Frescobaldi - Serve condividere l鈥檕nere dell鈥檈xtra-costo ed evitare di riversarlo sui consumatori鈥. Uno dei timori maggiori delle imprese del vino 猫 che si crei un gioco al rialzo tra l鈥檃mministrazione americana e quella europea. 鈥淪ar脿 fondamentale 鈥 aggiunge Frescobaldi 鈥 accogliere in sede Ue la proposta del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, di escludere gli alcolici, e quindi il vino, da eventuali dispute鈥. Il vino italiano 猫 il pi霉 esposto d鈥橢uropa rispetto agli altri Paesi quali Francia e Spagna: basti dire che il mercato Usa vale quasi il 25% del totale export (2 miliardi sul totale di 8,1 miliardi delle esportazioni). Inoltre, c鈥櫭 una lista di prodotti pi霉 sensibili. 鈥淪olo il 2% delle bottiglie tricolori vendute in America vanta un price point da vino di lusso 鈥 fa notare il segretario generale Uiv, Paolo Castelletti - mentre l鈥80% si concentra nelle fasce 鈥減opular鈥, che tradotto in prezzo/partenza significa in media poco pi霉 di 4 euro al litro鈥. Trump aveva minacciato barriere commerciali per il 200%, la decisione di applicare il 20% alleggerisce il peso, ma resta una scure enorme. 鈥淟a nostra forza dovr脿 restare il rapporto qualit脿/prezzo 鈥 commenta a caldo Francesca Poggio, produttrice della zona del Gavi in Piemonte e vicepresidente delle Donne del vino 鈥. I vini americani sono molto pi霉 cari dei nostri, pi霉 del 20%, i vini importati da Cile e Australia avranno solo il 10% in pi霉, ma noi siamo vincenti sulla qualit脿鈥. E sul fronte politico, mentre l鈥橴e 猫 pronta a rispondere, Federvini parla di 鈥済ravissimo colpo鈥 e chiede all鈥橢uropa che non si rinunci al dialogo per trovare una soluzione di collaborazione. In tanti denunciano che la decisione di Trump ha riportato il mondo indietro di un secolo.
VALORE SETTORE
0Mld di euro
il fatturato delle imprese italiane del vino, valore che sale a 31 miliardi con tutto l鈥檌ndotto
VALORE SETTORE
0%
quanto il vino incide sul Pil nazionale
VENDITE
0Mln di litri
il volume di vino venduto di cui 42% vini rossi, 38% vini bianchi, 6% vini rosati e 14% spumanti
CONSUMI
0%
il calo dei consumi di vino negli ultimi 30 anni, dal 1993 al 2023
Esportazioni
0Mld di euro
il valore dell鈥檈xport di vino italiano nel mondo. Sul podio: Usa, Germania e Regno Unito
Elaborazione dati Osservatorio Uiv-Vinitaly su varie fonti. Dati del 2024
Una situazione internazionale che non aiuta i produttori, gi脿 messi alla prova dal fatto che gli italiani stanno bevendo meno.
A soffrire di pi霉 i rossi, che dal 2019 al 2024 hanno registrato un sonoro -18% di consumi; meno drastica la flessione dei bianchi, -6,4%.
脠 cambiato il modo di bere: oggi si cercano vini pi霉 delicati, piacevoli, meno corposi, dove prevalgano gli aromi tipici dell鈥檜va piuttosto che i sentori del legno come vaniglia e frutta secca. Complice il cambiamento climatico, si cercano di pi霉 i bianchi e le bollicine, le cui vendite continuano a salire, nonostante la crisi, trainate dal Prosecco. E, come testimoniano i ristoratori, mentre prima a tavola in due o tre persone si ordinava una bottiglia, oggi si punta di pi霉 su un calice o due a testa.
In compenso 猫 aumentata la qualit脿: oggi l鈥檃ttenzione alla terra, alla selezione delle uve e alle pratiche in cantina 猫 una priorit脿 per le imprese. Il segmento premium 鈥 i vini di fascia alta sia come qualit脿 sia come prezzo 鈥 猫 quello pi霉 in salute. E in generale il comparto resta una delle voci pi霉 importanti dell鈥檈conomia: in Italia vale 14 miliardi, che salgono a 31 se si considera tutto l鈥檌ndotto. Il nostro resta uno dei Paesi con maggiore capacit脿 di attrarre wine lover al livello mondiale: l鈥檈xport tiene con 8,1 miliardi di valore nel 2024.
Ad attirare bevitori anche l鈥檃mpia gamma di vitigni, l鈥橧talia 猫 il Paese con maggior numero di variet脿, ben 545: non a caso in cima alla lista delle preferenze dei wine lover sono proprio i vini fatti con uve autoctone (destinati a crescere nei prossimi 2-3 anni del 22%). E il vino continua a esercitare un forte fascino su molte persone anche come sbocco professionale, come testimonia Cristina Mercuri, wine educator nella sua omonima Academy: 鈥淢olti dei miei studenti sono millennial e anche GenX che hanno mollato tutto, il lavoro e la vita precedente, proprio per dedicarsi al vino鈥.
Oltre ai fattori esterni che abbiamo analizzato, ci sono anche altri elementi che contribuiscono al calo dei consumi. Tra le motivazioni che spingono le persone a bere meno c鈥櫭 una generale, minore attrazione verso il vino, il desiderio di risparmiare, la preferenza verso altre bevande alcoliche, peraltro meno costose, la voglia o la necessit脿 di ridurre lo zucchero nella dieta e non ultimo l鈥檃spetto della salute.
鈥淚l fatto che il mondo abbia moderato i propri consumi di vino 猫 da tempo assodato 鈥 dice Castelletti dell鈥橴iv -. La curva discendente, fatta eccezione per il biennio di revenge spending post-Covid (2021-22), 猫 un fenomeno ormai decennale in Italia, dove in cinquant鈥檃nni i consumi pro-capite annui sono scesi da oltre 100 litri ai 40 di oggi. Un鈥檌nversione di tendenza che riguarda anche i principali Paesi buyer, come gli Stati Uniti, che nel 2024 hanno registrato il terzo calo consecutivo鈥.
Anche per questo i produttori chiedono garanzie ai governi, sia nazionale sia a livello europeo. 鈥淚l settore vitivinicolo italiano sta vivendo un periodo di grande trasformazione, di sfide importanti, ma allo stesso tempo di nuove opportunit脿 鈥 riflette Albiera Antinori, presidente Gruppo Vini Federvini -. Da un lato, osserviamo un cambio di passo nei gusti dei consumatori che si stanno mostrando, negli ultimi anni, estremamente discontinui ed eterogenei nelle scelte; dall鈥檃ltro, ci troviamo ad affrontare un panorama internazionale sempre pi霉 complesso, con l鈥檌ncombente minaccia dei dazi dagli Usa, primo mercato di destinazione in valore per i vini italiani, oltre alle tensioni commerciali e le conseguenti barriere all鈥檈xport che rischiano di compromettere la pianificazione e le strategie di mercato delle nostre aziende. Il vino italiano, simbolo di tradizione, cultura e qualit脿, 猫 riconosciuto in tutto il mondo e riveste un ruolo estremamente rilevante per la nostra economia. 脠 fondamentale che, in vista della revisione della nuova Politica agricola comune europea (Pac), ci si interroghi seriamente sul futuro del settore vitivinicolo per rafforzarne la competitivit脿. I temi sul tavolo sono molteplici, dall鈥檌mportanza di investire nella promozione, a un rafforzamento della resilienza del settore alla luce dei cambiamenti climatici ai quali stiamo assistendo. Parte delle discussioni saranno anche focalizzate sul posizionamento del settore vitivinicolo nella societ脿 ed economia dell鈥橴e: 猫 un鈥檕ccasione imperdibile per lavorare a delle misure di sostegno concrete鈥.
Un consumo pi霉 moderato non 猫 per貌 una cattiva notizia in s茅. 鈥淟e imprese del vino negli anni hanno saputo adeguarsi ai nuovi modelli di consumo, sempre meno di accompagnamento al companatico e sempre pi霉 legati al gusto e alla condivisione - riflette Castelletti -. Oggi, infatti, si beve vino per il piacere che esso d脿 in termini anche e soprattutto di gratificazione, che sia personale o sociale. Le persone scelgono la bevanda alcolica sempre pi霉 spesso in rapporto alla coerenza che essa ha con il proprio stile di vita e il vino 猫 protagonista di un upgrade qualitativo importante. 脠 su questo nuovo volto produttivo dell鈥橧talia del vino, basato su obiettivi qualitativi, che si concentra la transizione in atto anche a livello di posizionamento sui mercati mondiali鈥.
Dall鈥橭sservatorio Uiv gli indicatori segnalano nel lungo periodo un鈥檜lteriore contrazione generale dei consumi in Italia e nei principali mercati tradizionali. 鈥淢a ci貌 non riguarder脿 i vini di fascia medio-alta, che invece saranno protagonisti di un ulteriore incremento del relativo giro d鈥檃ffari 鈥 continua il segretario generale Uiv -. L鈥橧talia pi霉 di altri 猫 in grado di continuare a essere leader proprio in virt霉 di un livello di offerta di qualit脿 che certamente aiuta, a patto che si perseguano in maniera adeguata le politiche di promozione commerciali e d鈥檌mmagine del brand tricolore鈥.
Sulla stessa lunghezza d鈥檕nda Barbara Nappini, presidente di Slow Food, che crede che si possa aprire un nuovo capitolo per il vino: 鈥淥ggi viviamo una nuova fase che richiede lo stesso tipo di rigenerazione del settore che ci fu una quarantina d'anni fa, quando lo scandalo del metanolo determin貌 una completa rigenerazione in campo in cantina e anche in termini di storytelling, al punto che oggi 猫 chiaro a tutti il valore del vino e nessuno si stupisce di spendere 30-40-50 euro per una bottiglia che dura solo una serata. Io non credo che si berr脿 meno, ma diversamente, e auspicabilmente meglio. Il vino del futuro dovr脿 porre sempre maggiore attenzione alla sostenibilit脿 perch茅 i cittadini lo richiedono, lo testimonia l鈥檃ttenzione alla coltivazione biologica. Ci sono poi nuove sfide come il tema della salute, la necessit脿 di avvicinare i giovani al vino e poi la trasparenza in etichetta. Penso ai dealcolati, per i quali 猫 importante che sia ben segnalato come vengono fatti. In tutto questo, va difeso il diritto al piacere, perch茅 dalla gradevolezza dell'esperienza del bere e del nutrirsi passa anche il rispetto per se stessi, sia individualmente che collettivamente鈥.
Ecco il consumo di vini alcol free nel mondo: un quarto avviene in Germania (25%), seguita dagli Usa (22%) e dal Regno Unito (12%).
(*) Cagr indica la crescita media annua dei consumi prevista nel periodo che va dal 2024 al 2028. In base a questa proiezione, gli Usa supereranno la Germania entro un paio di anni
Gli Usa fanno la parte del leone nel consumo di vini low alcol con l鈥80% del valore mondiale. Seguono Germania e Australia (4%), e Regno Unito (1%).
Quanto al valore di crescita annua (Cagr) prevista nel quadriennio 2024-2028, i valori pi霉 alti se li aggiudicano Usa (9,7%) e Canada (8,3%).
In Italia il mercato no-lo rappresenta una nicchia. Rispetto al totale di vino consumato nel Paese, i vini senza alcol e a bassa gradazione alcolica rappresentano lo 0,1%.
Di conseguenza, il fatturato ha dimensioni contenute: secondo le analisi di settore, si passa da un fatturato pari a zero del 2019 ai 15 milioni di dollari previsti per il 2028.
La fetta principale 猫 e sar脿 rappresentata dai no alcol, come gi脿 emerge dalla fotografia attuale.
La crescita di valore media annua (Cagr) dei no-lo prevista in Italia nel periodo 2024-2028 - pari in totale a +47,1% - riguarda soprattutto il segmento no alcol (+49,5%) e a seguire i low alcol (25,7%).
Nella panoramica dei consumi di bevande no-lo nel mondo, i 2/3 del mercato lo fa la birra con il 67%, poi il vino con il 16% e i ready to drink con l鈥8%, quindi gli spirits 7% e il sidro con il 2%.
Nel consumo di bevande senza alcol e a bassa gradazione alcolica (rispetto ai corrispettivi tradizionali), la birra no-lo rappresenta il 5% del totale consumato nel mondo, il vino no-lo il 2%, i ready to drink, gli spirits e il sidro l鈥1%.
Con un valore di mercato di鈥 2,6 miliardi di dollari鈥痚 una crescita annua del 10%, i no-lo, secondo le proiezioni, raggiungeranno un giro d鈥檃ffari di鈥7 miliardi entro il 2035鈥 (fonte: Meticulous Research).
In questo quadro, qual 猫 la posizione degli enologi? Ottimista sul futuro del settore, Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi: 鈥淪ono anni che il consumo pro capite 猫 stabile. Non c鈥櫭 tutto questo calo di cui si parla, ci sono alti e bassi, ma sono fasi. Non dimentichiamo il ruolo negativo che ha giocato il codice della strada: a Roma nei primi due mesi dopo l鈥檃pplicazione delle nuove regole, c鈥櫭 stato un calo del -38% nei consumi di vino nei ristoranti, solo adesso i locali si stanno riprendendo. Di certo, 猫 in atto una tendenza ad abbassare la gradazione alcolica, soprattutto nei bianchi; nei rossi serve pi霉 prudenza per non nuocere alla qualit脿. Al ministero della Agricoltura c鈥櫭 un boom di domande per abbassare le gradazioni sia per i vini di consumo quotidiano sia per quelli pi霉 importanti, le richieste vengono da denominazioni come Orvieto, Frascati, Pinot Grigio delle Venezie. Fino a qualche anno fa, un bianco affinato in legno arrivava normalmente a 14 gradi, adesso a 12/12,5, massimo 13. Ed 猫 bene soddisfare le richieste laddove non si rischia di snaturare il vino鈥.
Cotarella conferma il calo dei rossi, ma quelli di consumo quotidiano, non le grandi etichette: 鈥淓 non 猫 vero che i giovani bevono meno vino, per il 90% i corsi da sommelier sono frequentati da ragazzi鈥.
A fronte di 29 milioni di consumatori di vino in Italia - di cui 11,6 che lo bevono quotidianamente 鈥 sul fronte aperitivo si parla di 22 milioni di appassionati, come emerge dai dati dell鈥橭sservatorio Uiv. Spirits, ready to drink, cocktail e drink a base vino sono le alternative pi霉 gettonate fra i bevitori. E in questo senso, un ruolo sempre maggiore lo avranno i vini a bassa gradazione utilizzati in mixology, ma anche i vini aromatizzati, come sostiene il professor Vincenzo Gerbi, docente al dipartimento di Agraria all鈥檜niversit脿 di Torino: 鈥淐redo che nel futuro un ruolo centrale nel beverage lo occuperanno i vini aromatizzati stile vermouth, ma a gradazioni pi霉 basse, bevande piacevoli e versatili anche nell鈥檃bbinamento col cibo鈥. Da tenere sotto osservazione anche i vini dealcolati e senz鈥檃lcol, una nicchia in crescita che potr脿 conquistare una fetta interessante di mercato, anche nell鈥檈xport per le imprese italiane.
di Tecla Biancolatte
Come si fa a privare un vino dell鈥檃lcol? Una delle tecniche pi霉 diffuse 猫 quella dell'osmosi che prevede due fasi fondamentali: nella prima, si usa una membrana per conservare le parti nobili del vino quali tannini, polifenoli, acidi e aromi; nella seconda, entra in azione una colonna di distillazione sottovuoto che separa l'acqua dall'alcol a temperature controllate. Il risultato finale sar脿 un vino con valori di alcol inferiori allo 0,5 per cento, cos矛 come da Direttiva Europea. Ecco la spiegazione di Davide Carlet di Omnia Technologies, azienda di impianti nel settore beverage.
Il vino, per molti, non 猫 una bevanda rivoluzionaria. Anzi, con la sua storia millenaria 猫 la massima espressione della tradizione, simbolo di cultura e territorio. Eppure, negli ultimi anni una piccola-grande rivoluzione c鈥櫭 stata. Una svolta che, non a caso, ha suscitato polemiche e dibattiti, che hanno coinvolto fisica ed etica, i cui strascichi sono tutt鈥檃ltro che finiti. Stiamo parlando dei vini senz鈥檃lcol. Una definizione che fino a pochi mesi fa faceva accapponare la pelle ai pi霉 integralisti: il vino contiene alcol per 鈥渘atura鈥. E infatti 猫 cos矛. Treccani docet. Eppure, per citare Pia Bosca, imprenditrice piemontese, una delle pioniere nella produzione di vini alcol free e a bassa gradazione, 鈥渓a vita va avanti鈥. E con essa il gusto, che evolve, e il mercato, che si fa portavoce di nuove richieste. Il trend dei no-lo (le bevande no e low alcohol, ndr), si sta affermando sempre di pi霉 a livello internazionale. Si tratta di una nicchia, che per貌 ha gi脿 raggiunto un valore di鈥2,6 miliardi di dollari, con una crescita annua del 10%.
E, secondo le proiezioni, i no-lo raggiungeranno un giro d鈥檃ffari di 7 miliardi entro il 2035鈥(dati Meticulous Research). Nel mondo oggi, come emerge dalle analisi dell鈥橭sservatorio UIv-Vinitaly, un quarto dei consumi avviene in Germania (25%), a seguire gli Usa (22%) e il Regno Unito (12%). Ma in base alle previsioni, presto gli States supereranno Berlino. Negli Stati Uniti nel 2021 猫 anche nata l'Adult Non-Alcoholic Beverage Association (ANBA), lanciata per fornire risorse alle aziende di tutta la categoria, dai produttori ai grossisti e oltre.
Si definiscono dealcolati 鈥 secondo l鈥橭rganizzazione mondiale della vigna e del vino - quei vini a cui attraverso un processo fisico (per distillazione, osmosi o filtrazione) viene sottratto l鈥檃lcol del tutto 鈥 totalmente dealcolati, con un contenuto alcolico da 0 a 0,5% - oppure parzialmente 鈥 da 0,5% a 8,5-9%. Con gradazioni superiori si parla di vino tradizionale.
La dealcolazione pu貌 avvenire principalmente attraverso tre processi previsti dal regolamento comunitario.
Il primo 猫 l鈥檈vaporazione sottovuoto: abbassando la temperatura di evaporazione, si riesce a eliminare l鈥檃lcol senza rimuovere l鈥檃cqua.
Ci sono poi鈥痩e tecniche che prevedono l鈥檜so di membrane tra cui l鈥檕smosi inversa, la nanofiltrazione, la dialisi, la pervaporazione e i contattori a membrana. Tra queste, molto diffuse sono le membrane cosiddette separative in quanto dividono il liquido alcolico dal resto.
Infine, si pu貌 usare la distillazione. Di questa tecnica fa parte lo Spinning cone column (Scc) in cui si utilizza una colonna a cono rotante, una sorta di centrifuga in cui il vapore separa i composti volatili da liquidi sottovuoto.
Ma la dealcolazione non 猫 l鈥檜nico modo per sviluppare vini privi di alcol. Alcuni produttori, per salvare gli aromi, preferiscono bloccare la fermentazione del mosto d鈥檜va prima che gli zuccheri si trasformino in alcol, proprio per ottenere una bevanda a base d鈥檜va con zero o poco alcol. Il risultato 猫 un vino con un notevole residuo zuccherino, quindi pi霉 dolce rispetto al dealcolato, ma con un profilo aromatico pi霉 intenso e fedele all鈥檜va di partenza.
Oggi molti produttori ed enologi stanno studiando tecniche per evitare che l鈥檃lcol si sviluppi durante la fermentazione, risultato che si pu貌 ottenere attraverso l鈥檜tilizzo di particolari lieviti.
Per l鈥橧talia questa nicchia rappresenta un鈥檕pportunit脿, non solo e non tanto per il consumo domestico, ma anche e soprattutto nell鈥檈xport. Basta dare uno sguardo ai dati. La produzione dei vini dealcolati italiani salir脿 quest鈥檃nno di circa il 60% rispetto al 2024. Rispetto al totale di vino consumato nel Belpaese, i vini senza alcol e a bassa gradazione alcolica rappresentano solo lo 0,1%. Di conseguenza, il fatturato ha dimensioni contenute: secondo le analisi di settore svolte dall鈥橭sservatorio Uiv-Vinitaly, si 猫 passati da un fatturato pari a zero del 2019 ai 15 milioni di dollari previsti per il 2028. Ma il segmento 猫 in crescita. Non a caso a Vinitaly 2025 la categoria dei no-lo 猫 per la prima volta protagonista nella sezione mixology, oltre che in convegni e analisi di mercato.
鈥淪tiamo parlando di un segmento ancora relativamente piccolo, ma con numeri decisamente interessanti soprattutto sulla parte low 鈥 dice Carlo Flamini, responsabile Osservatorio Uiv 鈥. Un mercato che nel prossimo futuro sar脿 probabilmente destinato a separare con nettezza il destino dei veri dealcolati rispetto a vini o prodotti a bassa gradazione. Tutto dipender脿 dalla qualit脿 dell'offerta, considerando che oggi una delle principali barriere al consumo 猫 costituita proprio dal gusto dei vini presenti sul mercato. Attualmente le aziende italiane hanno finalmente la possibilit脿 di sperimentare direttamente, tenendo sempre ben presente il fatto che i no e soprattutto i low da una parte andranno - e in misura probabilmente minoritaria - a conquistare nuovi consumatori; dall'altra serviranno a mantenere all'interno del circuito 鈥渧ino鈥 chi, per svariate motivazioni, ha esigenza di ridurre il consumo di alcol鈥.
Resta alto lo scetticismo. Nel mirino da un lato la qualit脿 dei prodotti, dall鈥檃ltro l鈥檃spetto etico: cos矛 il vino viene snaturato, 猫 la posizione dei critici. Il presidente di Assoneologi, Riccardo Cotarella, sottolinea come la priorit脿, a questo punto, sia 鈥渇are prodotti che non siano pi霉 buoni possibile, ma meno cattivi possibile鈥, evidenziando i dubbi sulla qualit脿 di bevande, considerate ad oggi dagli enologi un鈥檕pportunit脿 puramente di mercato.
Titubante anche Slow Food, come emerge dalle parole del responsabile della Guida Slow Wine, Giancarlo Gariglio: 鈥淐he la dealcolazione sia stata introdotta nel nostro Paese 猫 un bene perch茅 era ingiusto per i produttori italiani dover andare all鈥檈stero. Dall'altra parte, questa pratica ha poco a che fare con l'artigianalit脿 del vino. La ricerca sta andando avanti, oggi si aprono nuove strade, come l'uso di lieviti che non sviluppano l'alcol, quindi vedremo se queste pratiche miglioreranno il prodotto. Per ora, per貌, siamo di fronte a un vino molto industriale, che nulla a che fare con le idee che Slow Food porta avanti鈥. Sotto accusa anche il gusto. 鈥淚 vini senz鈥檃lcol finora assaggiati non hanno nulla in comune col vino che piace a noi 鈥 dice Gariglio - sono prodotti stravolti dal punto di vista organolettico perch茅 la dealcolazione 猫 troppo invasiva. E mancano di struttura proprio perch茅 privi di alcol. Inoltre, siamo molto contrari al fatto che questi vini possano entrare nelle denominazioni. Se una persona non pu貌 bere alcol, il mio consiglio 猫 di optare per le bevande tradizionali analcoliche鈥.
E che dire dell鈥檃spetto economico? 鈥淢olti dicono i dealcolati saranno la salvezza del vino italiano invenduto 鈥 dice Gariglio -. Ma il rischio 猫 che il vino fermo in cantina venga dato via a pochi spiccioli. Piuttosto, eliminiamo ettari in pianura e puntiamo su prodotti di alto valore鈥.
L鈥檈levata qualit脿 猫 l鈥檜nico futuro possibile anche per i prodotti senz鈥檃lcol che, va ricordato, sono bevande diverse rispetto al vino tradizionale. E con un prezzo medio maggiore per via della lavorazione: nei supermercati Usa i dealcolati costano in media 12,78 euro contro gli 11,30 euro, prezzo medio globale del vino convenzionale. Per i fautori del segmento, il sogno 猫 che un domani i vini analcolici siano classificati per uva e regioni, come ha detto Nicole Hough, fondatrice della rivista 鈥淎fter鈥, dedicata ai bevitori sobri. Intanto, anche in Italia, iniziano a nascere bar interamente alcol free, come AffiniDry 0.0 e Atipico, entrambi nel Torinese. Del resto, nel mondo circa una persona su due 鈥 per svariati motivi - non beve alcol. E nei ristoranti si cominciano a proporre menu degustazione in cui al vino tradizionale vengono abbinati calici di no-lo, sia per ragioni salutistiche sia per evitare che chi dovr脿 poi mettersi alla guida ecceda nel consumo.
Tra i trend pi霉 duraturi degli ultimi anni c鈥櫭 quello dei vini naturali, prodotti con uva che cresce in vigneti senza trattamenti chimici, espressione fedele di territori specifici, sottoposti in cantina a vinificazioni non invasive con fermentazioni spontanee. Un modo per il consumatore di avvicinarsi, non solo spiritualmente, a quella natura che, nella frenetica e virtualizzata societ脿 odierna, sembra sempre pi霉 distante. 鈥淚 vini naturali continuano ad attirare l鈥檃ttenzione dei wine lover 鈥 dice Massimo Zanichelli, wine writer, degustatore professionista e documentarista - anche se in questo momento il problema comune a tutti 猫 la crisi che il vino sta vivendo sia per l鈥檌nasprimento delle pene per chi viola il codice della strada sia per le spinte salutistiche. Senza dimenticare la minaccia dei dazi e le incognite dei nuovi mercati. Da movimento outsider, i vini naturali sono diventati una bella realt脿 che non 猫 ancora mainstream, ma che non 猫 pi霉 quella minoranza indipendente e un po鈥 anarchica che si opponeva a un modo convenzionale di fare il vino鈥. Ma dove risiede il segreto del loro successo? 鈥淣on tutti i vini naturali sono grandi prodotti 鈥 riflette Zanichelli - ma si presume che siano salubri, perch茅 vengono da ambienti sani e sono fatti con vinificazioni non invasive. Motivo per cui piacciono molto a salutisti e vegani. Ancora sollevano scetticismo nel consumatore un po鈥 芒g茅, ancorato alle tradizioni, titubante verso certe espressioni anarchiche del vino. Ma stiamo parlando di un movimento che ha segnato l鈥檈poca contemporanea e che ha spinto tutto il comparto vino a condurre il vigneto in maniera diversa, senza diserbanti e pesticidi, con un maggiore rispetto verso la natura e la spinta a considerare la vigna non solo come terra, ma come elemento vivo鈥.
Vini dealcolati e naturali: cosa sono, come si producono, quali caratteristiche hanno? E tu quanto ne sai? Gioca e mettiti alla prova
Domanda 1/10